Il marchio rappresenta l’azienda. Dice chi siamo e cosa facciamo, se siamo creativi, professionali e innovativi. E’ il primo impatto che i consumatori hanno con i prodotti/servizi pertanto deve trasmettere immediatamente una serie di messaggi.
Ci sono limiti imposti dalla normativa in vigore o possiamo scegliere qualsiasi nome, immagine, colore, ecc.? Fortunatamente, il Codice della Proprietà Industriale (C.P.I.) ci aiuta molto a capire cosa possiamo o non possiamo registrare come marchio aziendale.
Innanzitutto, un marchio non deve essere contrario alla legge, all’ordine pubblico e al buon costume. In altre parole – non possono essere inserite nel marchio parolacce, segni osceni o segni offensivi (es. una svastica). Se un marchio è contrario alla legge è nullo.
Veniamo poi ad uno degli altri requisiti per una valida registrazione: LA NOVITÀ – un marchio aziendale non deve essere identico o simile ad altri segni già noti, depositati e/o registrati per prodotti identici/simili.
Mentre nel caso di identità è facile capire che la registrazione non può avere senso (a nessuno verrebbe in mente di registrare come marchio “KINDER” per cioccolatini!) più difficile è stabilire cosa si intenda per simile e fino a che punto due segni possono essere considerati simili. Anche qui, il CPI ci aiuta a definire i limiti in caso di semplice similitudine.
Due marchi SIMILI non possono convivere solo se, a causa delle somiglianze, sia possibile ingenerare un rischio di confusione per il consumatore.
Secondo voi tra KINDER e CINDER vi è somiglianza? I due marchi potrebbero convivere? Le risposte sono: SI vi è somiglianza, i due marchi NON possono convivere.
Gli aspetti su cui si definisce la somiglianza sono tre: il FONETICO, il CONCETTUALE ed il VISIVO.
KINDER e CINDER non sono identici dal punto di vista concettuale (il significato nel secondo probabilmente non esiste!) ma sono fortemente simili dal punto di vista visivo (stessa lunghezza, stesse lettere, ecc.) e simili dal punto di vista fonetico (es. in alcuni Paesi la C potrebbe essere letta come una K). Alla luce delle somiglianze presenti, possiamo affermare che i due marchi non possono convivere.
Se la KINDER avviasse un’azione contro la CINDER molto probabilmente vincerebbe.
La valutazione deve essere fatta attentamente. Se tale valutazione non viene effettuata si rischia di dover sostenere spese ingenti dopo il deposito o addirittura di dover rinunciare per sempre all’utilizzo del marchio.
Le anteriorità non vanno controllate su GOOGLE!
Devono essere ricercate nei registri marchi. Per l’Italia i registri da controllare sono quelli dell’UIBM, dell’UAMI e del WIPO!
Il terzo requisito, ma non meno importante – è la CAPACITÀ DISTINTIVA. Cos’è questa capacità che il marchio deve avere?
Attraverso un marchio il consumatore deve poter distinguere i prodotti di un determinato imprenditore da quelli di un altro imprenditore.
Quando andate al supermercato perché prendete la BARILLA e non la GAROFALO o viceversa? Il marchio, apposto sulla confezione, vi trasmette una serie di informazioni (provenienza, qualità, ecc.) grazie alle quali fate la vs scelta.
Che cosa succederebbe se al supermercato – reparto pasta – tutti i marchi fossero identici o privi della capacità di trasmettere un messaggio (immaginate il reparto pasta con tutte le confezioni che hanno come unico marchio “PASTA”!).
Usate un segno forte in grado di essere immediatamente riconosciuto, date al vs marchio una capacità distintiva utilizzando parole di fantasia e non termini generici.
Guardatevi intorno – l’80% dei marchi che vi circondano non hanno nessuna attinenza con il prodotto (es. ARMANI, FERRARELLE, NIKE, ADIDAS, ecc.).
Più il marchio è dotato di fantasia più è forte. Un marchio forte può essere facilmente protetto. Se registrate come marchio PIZZA + per la produzione di pizza poco potrete fare (a meno che il vs marchio non diventi molto molto ma molto noto ma questa è un’altra storia!).
Riassumendo, nella scelta del marchio della vostra start up ricordatevi di non usare segni contrari alla legge, identici e/o simili a marchi già da altri utilizzati nel medesimo settore e di scegliere come marchio un segno forte e non banale.
ULTIMO CONSIGLIO, se decidete di appoggiarvi ad un professionista, accertatevi che sia iscritto all’Albo dei Consulenti in Proprietà Industriale e/o Avvocati. Purtroppo, su internet, ci sono molti che offrono servizi di registrazione senza avere le dovute abilitazioni poiché si limitano a presentare la domanda di registrazione all’Ufficio – questa attività potete delegarla gratis anche ad un vs amico! Se si paga un terzo è bene che il terzo ci dia un plus rispetto a quello che possiamo fare da soli o che possono fare i ns amici e parenti!
Per quanto riguarda le azioni pratiche da svolgere per registrare il proprio marchio, il nostro sito fornisce tutta una serie di utili indicazioni in queste pagine:
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